Sulla gestione delle cronicità si gioca la qualità e la sostenibilità del sistema-salute, e questo coinvolge in primis un Paese come il nostro, dove l’incidenza della popolazione anziana è ai vertici mondiali e al primato in Europa. I malati cronici sono stimati oggi in Italia oltre 24 milioni, con una spesa annua calcolata intorno a 67 miliardi; cifre destinate naturalmente a crescere ancora in relazione ai trend demografici.
Così l’Indagine sulla Cronicità 2020 approfondisce un tema che non ci è nuovo ma che è quanto mai attuale, sottolineando la necessità di un grande cambiamento dell’healthcare per dare continuità temporale e territoriale all’assistenza al paziente coinvolgendo tutti i professionisti coinvolti.
A partire da queste riflessioni, noi di Carepy abbiamo deciso di fare qualche domanda alla Dott.sa Giada Da Ros, titolare della Farmacia di Refrontolo che appartiene al network Valore Salute, per vedere come vengono vissute in Farmacia le problematiche legate alla presa in carico e alla gestione della terapia dei pazienti cronici, sempre più complesse a causa del Covid-19.
1. Quali sono le difficoltà che state riscontrando nella gestione dei pazienti cronici nella new normality? Cosa è cambiato rispetto al pre-Covid?
La difficoltà maggiore che riscontriamo ogni giorno in farmacia è proprio quella di riuscire a far capire al paziente che non deve restare senza farmaci, non deve saltare le dosi e deve restare aderente alla terapia. Rispetto alla situazione pre-Covid ha maggiore difficoltà a prendere appuntamento e a rapportarsi con il medico pertanto si rivolge a noi per risolvere i suoi problemi.
Per un paziente cronico, poter contare sul farmacista, in questo preciso contesto assume ancora maggior valore, se mancasse anche la nostra figura sul territorio rischierebbe di trovarsi solo. Nonostante le competenze legate strettamente alla terapia rimangano di competenza del medico, noi farmacisti possiamo supportarlo nella gestione della terapia e del farmaco. Se da un lato ciò equivale ad assumersi una maggiore mole di lavoro dall’altro ci consente di acquisire nel tempo una maggiore autorevolezza.
2. Come Carepy vi sta aiutando a gestire questa sfida?
Carepy ci aiuta a monitorare l’aderenza del paziente, a gestire la sua richiesta farmaci tenendo sotto controllo le scorte, a ricordare le scadenze dei piani terapeutici ma sopratutto a ricordargli di prendere i farmaci.
La piattaforma risulta essere un valido strumento di supporto nella gestione del paziente: senza sarebbe davvero un grande problema perché ogni paziente ha determinati orari di assunzione, diverse tipologie di farmaci e diverse scadenze.
Pensare di riuscire a gestire tutto sarebbe impossibile e mi sottrarrebbe del tempo da una attività che invece lo strumento non può fare: la consulenza con il paziente e curare la relazione di fiducia che si viene a creare. Grazie a Carepy Pharma mi sono spinta anche nella gestione di un servizio come quello della creazione dei Blister settimanali. Lo strumento, infatti, mi consente in maniera automatica e puntuale di creare tutti i documenti a supporto del blister e mi aiuta nel controllo di gestione di questa attività molto meticolosa.
3. Secondo l’indagine di cronicità 2020, i farmacisti percepiscono una minore aderenza alla terapia rispetto a quanto dichiarato dai pazienti stessi. Quali vantaggi derivano al paziente cronico dal poter contare sul proprio farmacista di fiducia in quella che noi chiamiamo Squadra della Salute?
Il vantaggio è proprio quello di avere un punto di riferimento vicino e sempre disponibile. Le farmacie, infatti, rispetto ad altri presidi sanitari hanno orari di apertura molto ampi. Inoltre, siamo sempre disponibili per consulenze personalizzate e a fornire consigli sulla salute. La possibilità di fare piccoli controlli su parametri di base come la glicemia, il colesterolo, l’ecg o l’holter pressorio, aggiunta a quella di controllare l’assunzione dei farmaci e le interazioni permette al paziente di monitorare costantemente il proprio stato di salute.
4. Quali sono secondo lei i servizi supplementari più importanti per il paziente cronico che ancora non sono stati attivati o che sono poco diffusi in farmacia?
I servizi che mancano sono sicuramente delle autoanalisi più strutturate che sarebbe possibile incrementare con l’appoggio dei medici. Un altro tema caldo è quello delle consegne a domicilio, aspetto che per molti anziani e invalidi farebbe la differenza nella gestione del percorso di cura.
Attualmente, inoltre, non abbiamo la possibilità di fare iniezioni e medicazioni in assenza di un infermiere. Questo significa che per qualsiasi situazione di emergenza, il paziente deve recarsi al pronto soccorso più vicino e aspettare che qualcuno lo accolga per risolvere il problema. Da questo punto di vista se il farmacista fosse abilitato a svolgere anche queste attività, non solo risolverebbe il problema rapidamente nei confronti del paziente, ma aiuterebbe il SSN a ridimensionare i costi di accesso al PS e a gestire situazioni di emergenza con codice verde.
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